mercoledì 8 aprile 2009

Un ponte per l'Aquila


Sinistra e Libertà propone di utilizzare i soldi (1,3 miliardi di euro) destinati al Ponte sullo stretto di Messina, per ricostruire la città dell’Aquila e per mettere in sicurezza gli edifici, a partire da quelli pubblici, nelle zone esposte a rischi elevati di terremoto. Firma la petizione su http://www.movimentoperlasinistra.it/
Dicono gli esperti che non si può sapere dove e quando un terremoto colpirà.Non siamo esperti e non vogliamo entrare nella polemica che si è scatenata su questo argomento.Anche se sarebbe bene che la Comunità scientifica ufficiale prestasse maggiore attenzione a chi sostiene di aver trovato un metodo per rendere le previsioni più attendibili.Quello che, invece, si può prevedere con certezza è che gli edifici messi in sicurezza o costruiti nel rispetto delle norme antisismiche possono lesionarsi ma non crollare.I morti e i feriti sepolti sotto le macerie dell’Aquila dimostrano, purtroppo, che nelle zone ad alto rischio sismico si è fatto poco o nulla per prevenire le conseguenze tragiche di un terremoto.Il crollo e l’inagibilità di edifici pubblici nel capoluogo abruzzese (Prefettura, Ospedale, Casa dello studente, ecc..), ci mostrano il volto di uno Stato che per primo non rispetta le sue stesse leggi.La sconvolgente tragedia abruzzese deve spingere tutti a un profondo esame di coscienza.
Bisogna onestamente ammettere che le misure per prevenire le conseguenze più gravi dei terremoti non sono mai state considerate una priorità per il Paese.Dopo la tragedia dell’Aquila bisogna avere il coraggio e la forza di dire che la messa in sicurezza degli edifici nelle zone a elevato rischio terremoti, deve diventare una priorità nazionale.Nell’uso del denaro pubblico il Governo deve capire e decidere cosa viene prima e cosa viene dopo.Sinistra e Libertà avanza la proposta concreta di utilizzare i soldi (1,3 miliardi di euro) destinati al Ponte sullo stretto di Messina, per ricostruire la città dell’Aquila e per mettere in sicurezza gli edifici , a partire da quelli pubblici, nelle zone esposte a rischi elevati di terremoto.È una proposta che rivolgiamo al Governo, alle forze politiche di maggioranza e di opposizione.La petizione popolare che oggi lanciamo in rete vuole raccogliere una spinta che oggi sappiamo forte nel Paese.
FIRMA ORA LA PETIZIONE



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